Nel 2016, Amita Swadhin, figlia di una coppia emigrata dall’India, ha fondato Mirror Memoirs per aiutare a combattere la cultura dello stupro. Questo progetto di storytelling e organizzativo a livello nazionale ha l’obiettivo di condividere le storie di persone LGBTQIA+ nere, indigene e di colore che sono sopravvissute ad abusi sessuali subiti durante l’infanzia.
“Che tu abbia sofferto o meno di abusi, il 100% di noi cresce comunque nella cultura dello stupro. È il mare in cui ci troviamo a nuotare. Ma proprio come i pesci che non sanno di trovarsi nel mare, poiché si tratta semplicemente dell’ambiente in cui hanno sempre vissuto, le persone (e soprattutto quelle che non hanno sofferto di abusi) potrebbero aver bisogno di aiuto per comprendere che effettivamente sono immerse in uno scenario di questo tipo”, aggiunge.
“Mirror Memoirs cerca di aiutare chiunque a essere consapevole dell’esistenza della cultura dello stupro, e a comprenderla.”
L’idea di Mirror Memoirs è venuta ad Amita mentre lavorava a un progetto teatrale intitolato “Undesirable Elements: Secret Survivors” (Elementi indesiderabili: i sopravvissuti segreti) che narrava la sua storia e quella di quattro altre persone di New York, oltre a un documentario e a un kit di strumenti educativi anch’essi basati sul progetto.
“Il cast di Secret Survivors era davvero eterogeneo quanto a genere, razza ed età, ma ci è dispiaciuto non aver incluso le donne transgender”, spiega Amita. “Il nostro obiettivo era quello di aiutare tutte le persone desiderose di creare un mondo senza abusi sessuali sui minori a comprendere che i sistemi che in realtà sono stati istituiti per aiutare le vittime a trovare conforto e giustizia, ovvero i servizi sociali per l’infanzia, le loro politiche e prigioni, sono sistemi che purtroppo agevolano lo stupro di bambini in comunità svantaggiate”, prosegue Amita. “Tutti noi dobbiamo approfondire gli strumenti atti a risanare e responsabilizzare al di fuori di queste realtà se vogliamo davvero chiudere per sempre con tutte le forme di violenza sessuale e di cultura dello stupro.”
Inoltre, Amita desidera che Mirror Memoirs sia un luogo di conforto e cura per vittime che storicamente sono state ignorate o poco aiutate dalle organizzazioni contro la violenza per via della transfobia, dell’omofobia, del razzismo, della xenofobia e della supremazia bianca.
“Conoscere le storie delle vittime aiuta altre vittime, perché gli abusi sessuali sui minori sono una vera pandemia globale di cui poche persone sanno come parlarne, né tantomeno come trattarli o prevenirli.”
“Dato che la violenza sessuale provoca l’isolamento delle persone, travolte dalla vergogna e dallo stigma, capire che non si è soli e parlare con altre vittime può fare molto, tramutando l’isolamento in intimità e connessione.”
Questo è qualcosa che Amita sa e comprende a fondo, essendo stata lei stessa una vittima.
“La mia infanzia è stata caratterizzata dalla violenza subita da mio padre, fatta di stupri e di altre forme di violenza domestica”, dichiara Amita. “A 13 anni mi venne imposto di fare obbligatoriamente delle segnalazioni ed è stato notevolmente controproducente, dato che i procuratori minacciarono di incarcerare mia madre, che secondo loro sarebbe stata “complice” delle violenze da me subite, anche se è stata come me abusata da mio padre per anni.”
Ciò che ha aiutato madre e figlia in quel periodo è stato il sostegno di altre persone.
“Sono davvero grata perché posso contare su una sorella minore affettuosa e su alcuni amici di fiducia, alcuni dei quali sono stati vittime di abusi sessuali, anche se in quel periodo non sapevamo come fare per denunciare la cosa”, afferma Amita.
“Inoltre, sono una donna omosessuale dall’identità non binaria che convive con un complesso disturbo post-traumatico da stress e tutto questo ha influenzato gran parte delle mie esperienze di vita”, prosegue. “Sono davvero fortunata perché ho una partner incredibile e molti amici e parenti che mi vogliono bene.”
“Comprendere tutto questo mi ha fatto iniziare un percorso di vita in cui lavoro per far sì che queste violenze abbiano termine in tempi brevi”, afferma.
Amita vuole che Mirror Memoirs aiuti a creare consapevolezza sulla cultura dello stupro e su quanto questa sia pervasiva. “Una bambina su quattro e un bambino su sei vengono stuprati o subiscono abusi sessuali entro i 18 anni”, spiega Amita, “e le cifre aumentano quando si parla di fasce di popolazione vulnerabili, come persone prive di conformità di genere, disabili, non udenti, senzatetto e bambini ospiti di istituti.” Condividendo le proprie storie, sperano di poter avviare un cambiamento.
“Ascoltare queste storie è anche un modo davvero efficace di costruire empatia, un po’ come avviene grazie ai neuroni specchio del nostro cervello. Ecco perché, in parte, questo progetto si chiama Mirror Memoirs.”
Finora Mirror Memoirs ha creato un archivio audio di storie di persone sopravvissute agli abusi sessuali avvenuti nell’infanzia delle comunità LGBTQI+, nere, indigene e di colore, che condividono le proprie storie di resilienza: parliamo di 60 vittime di 50 stati. Quest’anno il programma prevede la registrazione di altre 15 storie di persone transgender e di identità non binaria che sono sopravvissute a violenze in ambito sportivo, in collaborazione con l’organizzazione partner, Athlete Ally.
“Questo impegno vuole essere la risposta agli oltre 100 disegni di legge proposti da almeno 36 stati nel 2021 volti a limitare i diritti di bambini transgender e di identità non binaria di fare sport e ricevere cure mediche per la riaffermazione di genere con il sostegno di genitori e medici”, dichiara Amita.
Nel 2017, Mirror Memoirs ha tenuto il suo primo ritrovo, a cui erano presenti 31 persone. Oggi l’organizzazione è un’entità senza scopo di lucro, fiscalmente sponsorizzata, con due collaboratori, un consiglio costituito da 10 persone, un consiglio direttivo composto da 7 persone e 500 soci a livello nazionale.
Quando la pandemia è iniziata nel 2020, ha costituito un fondo di mutuo soccorso per la comunità LGBTQIA+ di colore ed è riuscita a raccogliere 250.000 dollari. Sono state ricevute 2.509 richieste di assistenza e, alla fine, è stato deciso di suddividere quanto raccolto tra i richiedenti.
Anche se continua a utilizzare lo storytelling come parte fondamentale del proprio lavoro, l’organizzazione è coinvolta anche in attività legate alle politiche, al sostegno alle vittime, allo sviluppo della leadership, e tiene riunioni dei soci online a cadenza mensile.
Per questo suo impegno, Amita è una delle donne scelte da Tory Burch Empowered Women. La donazione devoluta a Mirror Memoirs aiuterà a finanziare i costi di produzione per il nuovo progetto teatrale “Transmutation: A Ceremony” (Trasmutazione: una cerimonia), in cui saranno protagoniste quattro donne nere transgender, intersex e di identità non binaria che vivono in California.
“Sono davvero grata a tutte le vittime di abusi sessuali subite nell’infanzia che hanno deciso di parlarmi della loro storia”, dice Amita. “So che è possibile creare un altro mondo e so che chi è sopravvissuto a tutto questo lo realizzerà, assieme a tutte le persone che ci amano.”
Nel 2016, Amita Swadhin, figlia di una coppia emigrata dall’India, ha fondato Mirror Memoirs per aiutare a combattere la cultura dello stupro. Questo progetto di storytelling e organizzativo a livello nazionale ha l’obiettivo di condividere le storie di persone LGBTQIA+ nere, indigene e di colore che sono sopravvissute ad abusi sessuali subiti durante l’infanzia.
“Che tu abbia sofferto o meno di abusi, il 100% di noi cresce comunque nella cultura dello stupro. È il mare in cui ci troviamo a nuotare. Ma proprio come i pesci che non sanno di trovarsi nel mare, poiché si tratta semplicemente dell’ambiente in cui hanno sempre vissuto, le persone (e soprattutto quelle che non hanno sofferto di abusi) potrebbero aver bisogno di aiuto per comprendere che effettivamente sono immerse in uno scenario di questo tipo”, aggiunge.
“Mirror Memoirs cerca di aiutare chiunque a essere consapevole dell’esistenza della cultura dello stupro, e a comprenderla.”
L’idea di Mirror Memoirs è venuta ad Amita mentre lavorava a un progetto teatrale intitolato “Undesirable Elements: Secret Survivors” (Elementi indesiderabili: i sopravvissuti segreti) che narrava la sua storia e quella di quattro altre persone di New York, oltre a un documentario e a un kit di strumenti educativi anch’essi basati sul progetto.
“Il cast di Secret Survivors era davvero eterogeneo quanto a genere, razza ed età, ma ci è dispiaciuto non aver incluso le donne transgender”, spiega Amita. “Il nostro obiettivo era quello di aiutare tutte le persone desiderose di creare un mondo senza abusi sessuali sui minori a comprendere che i sistemi che in realtà sono stati istituiti per aiutare le vittime a trovare conforto e giustizia, ovvero i servizi sociali per l’infanzia, le loro politiche e prigioni, sono sistemi che purtroppo agevolano lo stupro di bambini in comunità svantaggiate”, prosegue Amita. “Tutti noi dobbiamo approfondire gli strumenti atti a risanare e responsabilizzare al di fuori di queste realtà se vogliamo davvero chiudere per sempre con tutte le forme di violenza sessuale e di cultura dello stupro.”
Inoltre, Amita desidera che Mirror Memoirs sia un luogo di conforto e cura per vittime che storicamente sono state ignorate o poco aiutate dalle organizzazioni contro la violenza per via della transfobia, dell’omofobia, del razzismo, della xenofobia e della supremazia bianca.
“Conoscere le storie delle vittime aiuta altre vittime, perché gli abusi sessuali sui minori sono una vera pandemia globale di cui poche persone sanno come parlarne, né tantomeno come trattarli o prevenirli.”
“Dato che la violenza sessuale provoca l’isolamento delle persone, travolte dalla vergogna e dallo stigma, capire che non si è soli e parlare con altre vittime può fare molto, tramutando l’isolamento in intimità e connessione.”
Questo è qualcosa che Amita sa e comprende a fondo, essendo stata lei stessa una vittima.
“La mia infanzia è stata caratterizzata dalla violenza subita da mio padre, fatta di stupri e di altre forme di violenza domestica”, dichiara Amita. “A 13 anni mi venne imposto di fare obbligatoriamente delle segnalazioni ed è stato notevolmente controproducente, dato che i procuratori minacciarono di incarcerare mia madre, che secondo loro sarebbe stata “complice” delle violenze da me subite, anche se è stata come me abusata da mio padre per anni.”
Ciò che ha aiutato madre e figlia in quel periodo è stato il sostegno di altre persone.
“Sono davvero grata perché posso contare su una sorella minore affettuosa e su alcuni amici di fiducia, alcuni dei quali sono stati vittime di abusi sessuali, anche se in quel periodo non sapevamo come fare per denunciare la cosa”, afferma Amita.
“Inoltre, sono una donna omosessuale dall’identità non binaria che convive con un complesso disturbo post-traumatico da stress e tutto questo ha influenzato gran parte delle mie esperienze di vita”, prosegue. “Sono davvero fortunata perché ho una partner incredibile e molti amici e parenti che mi vogliono bene.”
“Comprendere tutto questo mi ha fatto iniziare un percorso di vita in cui lavoro per far sì che queste violenze abbiano termine in tempi brevi”, afferma.
Amita vuole che Mirror Memoirs aiuti a creare consapevolezza sulla cultura dello stupro e su quanto questa sia pervasiva. “Una bambina su quattro e un bambino su sei vengono stuprati o subiscono abusi sessuali entro i 18 anni”, spiega Amita, “e le cifre aumentano quando si parla di fasce di popolazione vulnerabili, come persone prive di conformità di genere, disabili, non udenti, senzatetto e bambini ospiti di istituti.” Condividendo le proprie storie, sperano di poter avviare un cambiamento.
“Ascoltare queste storie è anche un modo davvero efficace di costruire empatia, un po’ come avviene grazie ai neuroni specchio del nostro cervello. Ecco perché, in parte, questo progetto si chiama Mirror Memoirs.”
Finora Mirror Memoirs ha creato un archivio audio di storie di persone sopravvissute agli abusi sessuali avvenuti nell’infanzia delle comunità LGBTQI+, nere, indigene e di colore, che condividono le proprie storie di resilienza: parliamo di 60 vittime di 50 stati. Quest’anno il programma prevede la registrazione di altre 15 storie di persone transgender e di identità non binaria che sono sopravvissute a violenze in ambito sportivo, in collaborazione con l’organizzazione partner, Athlete Ally.
“Questo impegno vuole essere la risposta agli oltre 100 disegni di legge proposti da almeno 36 stati nel 2021 volti a limitare i diritti di bambini transgender e di identità non binaria di fare sport e ricevere cure mediche per la riaffermazione di genere con il sostegno di genitori e medici”, dichiara Amita.
Nel 2017, Mirror Memoirs ha tenuto il suo primo ritrovo, a cui erano presenti 31 persone. Oggi l’organizzazione è un’entità senza scopo di lucro, fiscalmente sponsorizzata, con due collaboratori, un consiglio costituito da 10 persone, un consiglio direttivo composto da 7 persone e 500 soci a livello nazionale.
Quando la pandemia è iniziata nel 2020, ha costituito un fondo di mutuo soccorso per la comunità LGBTQIA+ di colore ed è riuscita a raccogliere 250.000 dollari. Sono state ricevute 2.509 richieste di assistenza e, alla fine, è stato deciso di suddividere quanto raccolto tra i richiedenti.
Anche se continua a utilizzare lo storytelling come parte fondamentale del proprio lavoro, l’organizzazione è coinvolta anche in attività legate alle politiche, al sostegno alle vittime, allo sviluppo della leadership, e tiene riunioni dei soci online a cadenza mensile.
Per questo suo impegno, Amita è una delle donne scelte da Tory Burch Empowered Women. La donazione devoluta a Mirror Memoirs aiuterà a finanziare i costi di produzione per il nuovo progetto teatrale “Transmutation: A Ceremony” (Trasmutazione: una cerimonia), in cui saranno protagoniste quattro donne nere transgender, intersex e di identità non binaria che vivono in California.
“Sono davvero grata a tutte le vittime di abusi sessuali subite nell’infanzia che hanno deciso di parlarmi della loro storia”, dice Amita. “So che è possibile creare un altro mondo e so che chi è sopravvissuto a tutto questo lo realizzerà, assieme a tutte le persone che ci amano.”